Io sapevo che volevo danzare

“Yo tengo una vocación que viene de los cumpleaños de la familia. En vez de comer torta de chocolate pedían que por favor sacaran la mesa para que yo bailara. Mi vocación comenzó desde muy chica. Yo sabía que quería danzar. Si no lo sabía yo, lo sabía mi piel y lo que yo no conocía de mí. Así fue creciendo y creciendo, sabiendo que lo que yo quería era la danza.”

María Fux

"La mia vocazione ha origine nelle feste di compleanno di famiglia. Anziché mangiare la torta al cioccolato chiedevo che per favore spostassero il tavolo per poter danzare. La mia vocazione è cominciata quando ero molto piccola. Io sapevo che volevo danzare. Se non lo sapevo io, lo sapeva la mia pelle e ciò che non conoscevo di me. Così sono cresciuta e cresciuta, sapendo che quello che volevo era la danza"

Musica, chi sei?


"Non vi è nulla che possiamo dare se prima non lo sentiamo con il corpo, non si può dare per imposizione o forse si potrebbe, ma non avrebbe il valore di qualcosa che veramente ci appartiene.
C’è musica che trasmette calma, altra che causa allegria, sensualità, tristezza o rabbia.
Che cosa è la musica? Musica, mi puoi dire chi sei?"


Madre Russia danza e danzaterapia



Anno 1955: Marìa Fux porta le sue danze a Mosca




Stimoli e danzaterapia


"Lavoro tanto con le immagini quanto con l'istinto. Entrambi sono produttori di stimoli.
Non esistono formule né situazioni fisse in relazione alla creazione. 
Quando qualcosa si muove dentro il mio corpo e spinge per esprimersi, provocato da stimoli uditivi o di altro tipo come l'emozione o il contatto, sorgono in me immagini in movimento che lascio fluire. Nella proiezione spaziale di queste immagini, che ancora non hanno una direzione stabilita, sorgono nuclei dai quali riesco a centrare la mia energia per svilupparla. Utilizzo questi nuclei come punto di partenza e non sono mai uguali. Non ho formule per muovermi e neanche per trasmettere la mia esperienza di tanti anni nell'incontro con la Danza.
Quasi sempre quello che succede nel mio corpo ha a che vedere con il bisogno di andare all'incontro dell'altro.
Considero che tutti siamo fatti allo stesso modo e le cose che mi succedono stanno succedendo agli altri". 


Esenin e Isadora Duncan







Esenin e Isadora Duncan sul piroscafo "Paris".
1922/10/01 Relazione sul giorno del loro arrivo a New York


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Il ritmo interno


"Quando André tornò con un'aria timida e come scusandosi, lo intrattenni per diverse ore coi miei discorsi sull'arte e sulla danza e su di una nuova scuola di movimento umano, e devo dire che egli non solo si mostrò nè affaticato nè annoiato, ma mi ascoltò con infinita pazienza e con dolce simpatia mentre gli descrivevo tutti i movimenti che avevo scoperti.
Sognavo anche di scoprire un movimento iniziale dal quale sarebbe nata tutta una serie di altri movimenti, senza che la mia volontà avesse a intervenire; che cioè, non fossero se non la reazione incosciente dell'impulso iniziale.
Avevo sviluppato questi movimenti in variazioni diverse su temi differenti: così, il primo movimento della paura, seguito dalle reazioni naturali nate dall'emozione iniziale, o quello della tristezza, dal quale si scioglieva una danza di lamentazione, o quello dell'amore, che si apriva come i petali di un fiore sul quale la danzatrice alitava, nei suoi movimenti, come un profumo.
Queste danze non erano accompagnate da musica normalmente percepibile, ma sembravano nascere da qualche invisibile ritmo".



La mia vita (autobiografia di Isadora Duncan)




¿Quiénes fueron sus primeros maestros?

- Los libros... Leía muchísima literatura universal. Un día, alguien me dio Mi vida, la autobiografía de Isadora Duncan...


¿Fue una revelación?

- Sin duda. Comprendí que había otra danza que no era la clásica. La que yo estudiaba. Isadora fue una puerta abierta para mi vocación.


Danzaterapia Uffizi Firenze


"Non dimenticherò mai le meravigliose esperienze della traversata del Tirolo e della discesa verso la pianura dell'Umbria fra le montagne soleggiate. A Firenze, poi, passammo diverse settimane in passeggiate estatiche per i musei, i giardini e gli uliveti. Allora era Botticelli che affascinava la mia giovane fantasia. Stavo seduta giornate intere davanti alla Primavera; ne ero innamorata. Ispirata da questo quadro, creai una danza che cercava di rendere il suo dolce, il suo meraviglioso movimento, il tenero ondulare della terra coperta di fiori, le caròle delle Ninfe e il volo degli Zefiri, che si svolgono attorno alla figura centrale, per metà Afrodite e per metà Madonna, che con un solo gesto significativo esprime la nascita della primavera".


Buenos Aires, io ti danzo!


"Sono nel centro della città, dalla mia finestra vedo una vecchia casa, giallognola, carica di storie; aspetta la demolizione cosicché, una volta disfatta, inizi a crescere al suo posto un edificio impersonale e confortevole: il suono degli autobus della strada, i clacson, le voci dissonanti, il freddo dei vetri ed io stessa attaccata a quei cristalli nei quali tante volte mi sono specchiata ... Perché non posso danzare quello che sono? Perché non tutto questo? Perché non danzare Buenos Aires dalla mia finestra?"


Ma io cercavo



"Passavo giornate e notti intere nello studio alla ricerca di una danza che fosse, per il movimento del corpo, l'espressione divina dello spirito umano. Per delle ore intere rimanevo in piedi, immobile, le mani incrociate sul petto all'altezza del plesso solare. Mia madre si allarmava spesso nel vedermi così ferma e come in estasi. Ma io cercavo. E finii per scoprire la sorgente centrale di ogni movimento, Il focolare della potenza motrice, l'unità dalla quale nascono i diversi movimenti, lo specchio di visione, dal quale sorge, creata, la danza".